giovedì 16 aprile 2009

LA SPIRALE DEL DEBITO

Dopo la crisi della bolla finanziaria legata ai mutui subprime e alle derivate, dopo la crisi della bolla immobiliare, dopo la conseguente crisi azionaria e in piena crisi economica, molti economisti ed analisti pensano (e temono) che la prossima ondata di tsunami finanziario, soprattutto negli USA e nel Regno Unito, sarà dovuta alla crisi del credito, inteso come la crisi legata all’insolvenza dei consumatori sulle carte di credito.

La banca d’affari JP Morgan Chase, pur riportando risultati complessivi superiori alle previsioni nell’ultimo trimestre, ha dovuto stanziare 10 miliardi di dollari per coprire le previste insolvenze sulle carte di credito - il doppio di quanto aveva stanziato l’anno precedente – e ha avvisato che, se l’economia dovesse peggiorare, la somma potrebbe essere ancora più consistente.

Chiunque abbia vissuto qualche anno in America o in Inghilterra, ve lo garantisco, direbbe (sarcasticamente): “Ma va?” Lo direbbe perchè saprebbe benissimo quanto siano indebitati americani e britannici con le carte di credito e quanto questo sistema potesse essere mantenuto solo attraverso la crescita costante dell’economia, dei salari e degli introiti.

Facciamo un esempio: nel 1994 un giovane ragazzo al primo anno di college riceve una carta di credito con una linea di credito pari a 500 dollari. Sapendo (perchè viene da una famiglia relativamente istruita) che le carte di credito sono potenzialmente pericolose, si prefigge di non utilizzarla se non in situazioni d’assoluta necessità. Così, per gli anni del college, in cui è mantenuto dai genitori, la utilizza poco e responsabilmente, pagando puntualmente e interamente ogni mese la cifra presa in prestito.

Attraverso il suo sistema informatico il gestore della carta di credito identifica il ragazzo come un debitore responsabile e, senza averne ricevuto richiesta, aumenta la linea di credito a 1.000 dollari. Il ragazzo si sente premiato per il suo comportamento giudizioso e più sicuro della sua capacità di gestire il credito. Così comincia a utilizzarla con maggiore frequenza, fa un po’ più di spese ma paga sempre puntualmente (anche se non sempre l’intera somma e comunque sempre più del minimo richiesto).

Nel frattempo il ragazzo si laurea. Trova un primo lavoro che paga abbastanza per coprire l’affitto, la macchina e qualche extra. Il suo giro d’affari comunque aumenta notevolmente (da entrate pari a 0, d’altra parte, qualsiasi aumento è esponenziale). Per comodità paga alcune bollette automaticamente, grazie alla carta di credito, ma poi è sempre puntuale col pagamento mensile. Si sente sicuro e chiede che il limite di spesa venga alzato ulteriormente. Visto che utilizza la carta regolarmente e paga puntualmente ormai da alcuni anni, la società titolare della carta alza la linea di credito a 3.600 dollari.

Il ragazzo lavora, guadagna e vuole avere delle cose che dimostrano la sua capacità di guadagnare. È costantemente circondato di cose belle che lo chiamano dalle vetrine dei negozi e attraverso i cartelloni pubblicitari: macchine, computer potentissimi, televisori giganti, lettori di dvd. Così ogni tanto si compra qualcosa con la sua carta di credito. Tanto ormai guadagna quasi 2.000 dollari al mese e un pagamento di 100 dollari neanche lo si sente. Ha bisogno di un computer, di un monitor, di una stampante, di un bel televisore, di un cellulare, di un lettore mp3, di un condizionatore. Tutte cose che può permettersi e che quindi compra con la sua carta di credito, così non sente il “dolore” di spendere i soldi faticosamente guadagnati.

Un giorno, una nuova società di carte di credito, decisa ad impostare una strategia aggressiva per togliere quote di mercato ai più affermati rivali, ottiene i suoi dati e gli fa pervenire una carta di credito nuova e fiammante con un limite di 10.000 dollari e un tasso d’interesse annuale per i primi sei mesi di 0,0%. Ancora una volta il ragazzo si sente premiato per la sua responsabilità. Sente anche una nuova sensazione non del tutto spiacevole: si sente ricco. Se volesse, domani potrebbe andare in un negozio e spendere 10.000 dollari. Ma naturalmente non lo farebbe mai, perchè lui è un tipo in gamba, intelligente e responsabile.

Un giorno però la sua vecchia macchina si rompe. Lui ha qualche soldo messo da parte ma non vuole spenderli perchè gli servono in caso di vere emergenze. Visto che molta gente compra l’auto a rate lui decide di fare lo stesso, solo che la metà del suo reddito è in nero e non essendo assunto a tempo indeterminato non otterrebbe mai un prestito, senza un adeguato pagamento anticipato. Così prende la sua carta di credito e senza guardare in faccia a nessuno mette giù 8.000 dei 12.000 dollari che gli servono. Per il resto è un gioco da ragazzi ottenere un prestito da una banca amica del rivenditore d’auto.

Copre le rate con facilità. Il minimo sarebbe 160 dollari per la carta di credito e circa 50 dollari per il prestito bancario. Lui spesso paga anche il doppio e il suo “credit rating” aumenta. Aumenta così tanto che lo notano anche altre banche titolari di carte di credito. Una di queste gli invia una carta di credito da attivare, con una linea di credito di 13.500 dollari e un tasso d’interesse annuo dello 0.0% per i primi sei mesi. Il ragazzo, che non è stupido, sa che trasferendo il suo debito dell’altra carta di credito (che tra un mese avrà un tasso d’interesse annuo del 14,9%) e del prestito bancario risparmierebbe notevolmente (almeno per sei mesi) e si attiva subito per trasferire il totale sulla nuova carta.

Il sistema di “credit rating” lo identifica quindi come un “agente” con la possibilità di effettuare singoli pagamenti da oltre 10.000 dollari e il suo status migliora ulteriormente. Lui stesso, alla guida di una macchina nuova, si sente molto più benestante e intitolato a uno stile di vita più consono al suo nuovo status. Chiede nuove carte di credito e le ottiene, soprattutto quelle per il credito al consumo. Anche se il suo stipendio è rimasto pressoché invariato, il suo potere d’acquisto si avvicina ora ai 35.000 dollari.

Nel frattempo il suo bel televisore è vecchio perchè sono usciti i modelli piatti. Il suo computer è antico e non riesce neanche a navigare in rete. Ogni giorno escono nuovi film, nuova musica e nuovi videogiochi. E poi aveva sempre voluto avere una moto. Tutto sommato pagare due rate con 400 dollari o pagarne una sola è la stessa cosa... sempre di 400 dollari al mese si tratta. Così si concede qualche sfizio, senza esagerare. Però senza quella moto proprio non può più vivere...

Comprare cose nuove è la cosa più bella che c’è, subito dopo averle comprate. Una settimana dopo, però, il senso di benessere si affievolisce e lui non riesce a scrollarsi di dosso la sensazione che gli manchi qualcosa. Decide di fare un viaggio all’estero, in Europa, a trovare alcuni amici del college e nuove strade. Sta via per due mesi e quando torna si trova con pochi soldi in banca, due mesi d’affitto arretrato, tre rate mensili dell’assicurazione dell’auto, tre rate per ogni carta di credito, tre mesi di bollette, due multe per sosta vietata e la macchina guasta.

Il ragazzo non è stupido. Sa di non aver scelta. Chiama altre banche e ottiene nuove carte di credito. Poi si fa trasferire tutto il credito rimasto al suo conto in banca e scappa via, lasciandosi dietro un buco da 50.000 dollari accumulati in 7 anni.

Questo è quello che accade in 7 anni a un ragazzo intelligente, mediamente istruito che parte da una linea di credito di 500 dollari. Proviamo ora a immaginare quello che succederebbe in 7 anni a un uomo meno istruito, che, tra mille fatiche, è riuscito a ottenere un mutuo di 150.000 dollari per comprare una casa e che, poco dopo aver effettuato puntualmente i primi pagamenti mensili, riceve carte di credito con una linea di credito pari al triplo... Oppure a un piccolo industriale che rileva una piccola società grazie a un prestito di 500.000 dollari... Tutto va bene fino a quando la casa continua ad aumentare di valore, fino a che c’è tanto lavoro che paga bene, fino a quando c’è richiesta di prodotti e manodopera... Fino a quando la bolla esplode.

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