mercoledì 25 febbraio 2009

LA GUERRA DEI CAPITALISTI AL CAPITALISMO

La cosa più sorprendente - e preoccupante - dell'attuale crisi economica (a parte il fatto che pochi ricchi si sono giocati tutta la ricchezza di tutta la gente del mondo per decenni a venire) è che a criticare l'ingordigia e l'avidità dei capitalisti non sono i comunisti, i socialisti, gli idealisti o i mistici ma i capitalisti stessi.

I capitalisti "teorici" (gli economisti), oggi sono i critici più severi della gestione politica ed economica dei sistemi finanziari e proprio per questo anche i capitalisti pratici, quella mandria di idioti (soprattutto americani) che ha creduto che bruciare capitali per profitti facili basati sul debito (in quello che, di fatto, è stato un mastodontico schema piramidale, a spese della gente comune, come il dollaro americano ha sempre lasciato intendere) fosse una strategia vincente e infallibile, anche nel lungo periodo, è ora obbligata ad ascoltarli.

Nouriel Roubini e Loretta Napoleoni sono ovunque ultimamente: su Newsweek, ABC, CNBC, CNN, eccetera. Criticano senza mezzi termini la politica economica americana (e, per estensione, occidentale) e individuano soluzioni che per loro stessa ammissione (Roubini meno di Napoleoni) sono utopistiche. La soluzione proposta da Roubini è tanto drastica (per gli americani) quanto irrealizzabile: nazionalizzare le banche. Serenamente lui spiega a un'audience sempre più disperata che l'unico modo per salvarsi è sperare che le banche si lascino comperare dallo stato, che lo stato umilmente e onestamente le ripulisca (comunque a spese dei contribuenti) e che poi altrettanto onestamente le rivenda a nuovi proprietari. La cosa più buffa è che lui gli da una via per uscire dalla crisi ben sapendo che ciò non potrà mai accadere e sottintendendo, quindi, che non c'è una via d'uscita.

Loretta Napoleoni va oltre, spiegando che l'unico modo per ristabilire un'economia sana è fare in modo che tutto il mondo adotti regolamentazioni economico-finanziarie oneste, serie e moralmente legittime. Non può esistere un'economia sana in un mercato globale che ammette la tratta degli schiavi, la schiavitù minorile e sessuale, il narcotraffico, i genocidi e le sanguinose guerre per le risorse. Come può un mercato globale che tollera queste ingiustizie pensare di regolamentare in maniera giusta e onesta il settore finanziario? Naturalmente se la regolamentazione avvenisse solo in America questa sarebbe penalizzata nella competizione globale con gli altri mercati. Tutto questo è giusto e sacrosanto. Ma come può Loretta Napoleoni pensare che i governi globali possano tutt'a un tratto agire d'amore e d'accordo e porre un freno a tutte le ingiustizie del mondo? Non può e sicuramente non lo pensa. Si limita a spiegare la soluzione ipotetica implicando, anche lei, che non esiste una vera soluzione.

Non esiste una soluzione perchè, se lo pseudocomunismo russo è stato condannato dalla corruzione a poco più di 70 anni dalla sua nascita, il capitalismo americano sarà condannato dalla corruzione dilagante ad altrettanto tempo dalla sua rinascita (dopo la crisi del 1929). Così come il comunismo funzionerebbe in un mondo perfetto lo stesso vale per il capitalismo. Ma il mondo non è perfetto e il denaro, così come il potere, logora inesorabilmente. Chi capisce di economia sapeva che il capitalismo è condannato a crollare, per mille tesi matematiche ma anche per un concetto molto semplice: se il profitto rapido (l'instant gratification) è la ragione che muove tutto, non ci sono motivi per fare le cose per bene, i maniera onesta e moralmente giusta in ottica futura. Non ci sono motivi per porre le basi per il futuro perché il futuro non da gratificazione instantanea. Quindi si divorano le fondamenta della società, la ricchezza creata con decenni di lavoro delle masse, per spartire e bruciare tutto in pochi anni. 

Come l'economia, così il pianeta.

domenica 22 febbraio 2009

LA GARA PER IL BOSONE SI SCALDA


Articolo apparso su Panorama.it
http://blog.panorama.it/hitechescienza/2009/02/20/sinfiamma-la-corsa-per-la-particella-di-dio-gli-americani-vicini-alla-scoperta/

Il Large Hadron Collider (LHC), l’acceleratore di particelle del CERN di Ginevra, attivato per la prima volta lo scorso settembre e spento poco giorni dopo per un guasto che lo rende attualmente inutilizzabile, è stato costruito, nel corso degli ultimi 10 anni, con l’obiettivo dichiarato di dimostrare l’esistenza del Bosone di Higgs.

Quella che è stata (fantasiosamente) definita la “particella di dio”, perché spiegherebbe come mai le particelle (e quindi tutto ciò che esiste nell’Universo) abbiano una massa, è l’ultima particella mancante nel modello Standard della fisica subnucleare. Nel 1995, infatti, due gruppi separati di scienziati del Fermilab, l’acceleratore americano situato nello stato di New York, hanno “trovato” l’altra particella mancante, il Top Quark.

Secondo gli scienziati, la scoperta del Bosone, la cui esistenza è stata ipotizzata dal fisico Peter Higgs negli anni ’60 e pare essere supportata da numerose teorie matematiche, sarebbe fondamentale per capire la struttura dell’Universo e spiegare come mai esistono la materia e l’energia oscura (che compongono la maggior parte dell’Universo). Per questo sono stati investiti miliardi di euro nella costruzione dell’LHC che, in teoria, dovrebbe essere talmente potente da accelerare (e far collidere) particelle più “pesanti” (gli adroni) che danno maggiori possibilità di scoprire il Bosone.

Pare però che gli scienziati del Fermilab, ottimizzando il vecchio acceleratore a loro disposizione, possano essere in grado di dimostrare l’esistenza del Bosone entro la fine del prossimo anno. Sarebbe una beffa per gli scienziati del CERN, che al momento stanno lavorando a pieno ritmo per riattivare l’LHC ma che probabilmente non riusciranno a effettuare i primi test fino alla fine del 2009.

Tutto dipende dalle effettive dimensioni del Bosone. Secondo le teorie matematiche la particella mancante avrebbe una massa inclusa tra 184 e 114 GeV (GeV = Gigaelectron Volt: un protone ha una massa di 0,938 GeV). Gli ultimi test realizzati escludono una massa superiore ai 170 GeV ma, più vicina la massa del bosone è a 170 GeV, maggiori sono le possibilità di successo per Fermilab: un Bosone di 150 GeV potrebbe essere scoperto entro la fine della prossima estate, mentre se la massa fosse intorno ai 120 GeV si andrebbe fino alla fine del 2010, con la possibilità per il CERN di rientrare in corsa.

Chiaramente non è una vera gara: molti degli scienziati che lavorano ai due esperimenti sull’acceleratore Tevatron di Fermilab (CDF e DZero) lavorano anche al CERN (e viceversa) e gli USA stessi hanno contribuito con oltre mezzo miliardo di dollari alla costruzione del centro europeo. Se il Bosone venisse individuato da Fermilab, inoltre, la scoperta dovrebbe comunque essere confermata da un altro esperimento indipendente.

Il CERN, che, attraverso gli esperimenti ATALS, CMS, ALICE e LHCb, rappresenta un gigantesco salto in avanti in questo campo dal punto di vista tecnologico, sarà il centro globale della ricerca sulla fisica subnucleare nei decenni a venire e potrebbe poi utilizzare la scoperta del Bosone per portare avanti nuovi esperimenti e studi nel campo della materia e dell’energia oscura.

Altre discussioni impazzano su quanto sia realmente necessario individuare questa particella elusiva, la cui esistenza è stata teorizzata ma mai dimostrata nonostante decenni di costosissime ricerche. Grazie al Bosone, si potrebbero spiegare le teorie relative al Big Bang e all’energia oscura, mentre se la sua esistenza dovesse essere esclusa, tutta la fisica subnucleare moderna andrebbe rivista. Le applicazioni pratiche di questa scoperta sono difficili da immaginare ma, oltre a rappresentare uno dei più ambiziosi progetti di collaborazione internazionale, il CERN ha comunque già offerto molti contributi al mondo moderno in termini di tecnologie, dallo sviluppo dei supporti ottici (CD) a quello di Internet e del GRID (distributed computing).

martedì 17 febbraio 2009

TRIBUTO A MILO MANARA


un disegno di Milo Manara ci sta sempre

sabato 14 febbraio 2009

IL GOVERNO TELEVISIVO


Caro governo,
tu o gli altri siete continuamente migliorati nell'evolvere il significato del termine "governo". Assieme alla televisione, in un tutt'uno incorporato, avete dettato i ritmi e le necessità che deve perseguire un'azione di governo, fino ad arrivare alla tentata istantaneità nel caso del sig. Englaro.
Allora, caro o cari governi, perchè non perseguire nella lungimirante strada? Battiamocene i coglioni dei vostri 20-40.000 al mese di stipendio nell'Italia che cade a pezzi e fottiamocene le balle della lotta di molti, di tutti i colori, per sopravvivere.
Cazzo! La tizia del Grande Fratello ha tirato un porta cenere? E allora si convochi subito il senato, e mezz'ora dopo la camera voti se è reato penale o meno. In 3 giorni, lasciandovi il weekend, sancite e scrivete in gazzetta quanto rischia. Allora forse gli italiani vi saranno grati per la vostra illuminata ........., cercando al solito di imitarvi.

zio

venerdì 13 febbraio 2009

INFORMAZIONE UNIVOCA


Anche me non fa impazzire Santoro. Ma Gasparri mi fa davvero schifo.

giovedì 12 febbraio 2009

IL PAPA E I RELIGIOSI SONO SOLO DEGLI IPOCRITI

Dando il giusto credito a chi, come e più di me, sa come e può esprimere questo concetto in maniera più artistica e/o più articolata, pubblico qui a lato la striscia di GiPi che ho appena letto su Internazionale (www.internazionale.it) e cercando la quale mi sono imbattuto, sul suo sito (giannigipi.blogspot.com), nella citazione dell'articolo di tale Michele Serra (che ho già sentito nominare ma ammetto che non conosco) sul sito di Repubblica.


Ecco l'articolo:

L' AMACA

da Repubblica — 05 febbraio 2009

Dalla vicenda di Eluana Englaro, insieme a tanti altri pensieri gravi, emerge un paradosso che vi sottopongo così come l' ho percepito: il terrore della morte traspare da atti e parole di alcuni credenti assai più che da atti e parole di spiriti laici come il signor Englaro. Per definire "vita" lo stato di conclamata inesistenza in cui è sprofondata Eluana, bisogna infatti avere della morte un terrore talmente ottenebrante da farle considerare preferibile qualunque condizione, anche la più umiliante, la meno libera e dignitosa. Poiché la morte, per un credente, dovrebbe essere solo un transito verso altre e meno effimere destinazioni, stupisce che la si neghi con tanta virulenza quanta ne basta per volere condannare Eluana alla sua non vita. Viceversa, sono i non credenti che dovrebbero avere, della morte, una visione esiziale e irrimediabile, e odiarla al punto da affezionarsi a ogni possibile simulacro della vita, anche al meno credibile, anche al meno "vivo". Ma ciò non accade. E l' accettazione della morte, che è il più difficile dei pensieri, si manifesta meglio, in questa vicenda, nel campo cosiddetto laico, nella pietosa e interminabile veglia di un padre che parla a nome di una sola persona (sua figlia) e non ha al fianco le moltitudini che confidano, beate loro, nell' aldilà.

Michele Serra


Ecco il mio pensiero:

Premesso che ho voluto parlare di questa vicenda il meno possibile mentre era in atto, per rispetto delle richiesta di privacy del signor Englaro, nutro un odio viscerale per tutti coloro che hanno vergognosamente cercato di profittare politicamente dal dramma umano della famiglia Englaro e per coloro che, di fatto, hanno tastato la strada verso un possibile colpo di stato a sfondo religioso, che, per fortuna, rimane irrealizzabile. Detto questo, io, oltre a essere pienamente d'accordo con GiPi (come sono nel 99% dei casi) e Michele Serra, aggiungerei, da laico, questo concetto: "Ma se fossi religioso non dovrei forse credere che se un dio misericordioso chiama a sé una ragazza nel pieno dei suoi anni è perché vuole portare la sua anima in Paradiso? E quindi che diritto ho, in quanto religioso, di chiedere che i medici la trattengano forzatamente sulla Terra, intrappolata in un corpo esanime?"

Mi piace molto il concetto espresso da GiPi e Serra che evidenzia il terrore che i religiosi sembrano avere della morte. Come mai? La ragione più semplice, applicabile alle persone di basso livello culturale, è che esse si rivolgono alla religione proprio per il terrore che hanno della morte. Per quanto riguarda le persone istruite, quindi anche i clericali, questa ragione non può che essere legata al terrore che hanno per la morte a causa della malvagità che di fatto esprimono in vita e che, in base al loro credo, dovranno scontare nell'aldilà.

Più verosimilmente però - e questa è una cosa che nessuno ha mai voluto dire (a parte me, prima che questa storia occupasse tutte le pagine di tutti i mezzi mediatici) - è che la paura della morte non ha nulla a che fare con questa storia. Alla base di tutto c'è la volontà dei politici di destra corrotti dalla chiesa (e infatti Fini se ne è tirato fuori), e della chiesa stessa (che ha strategicamente piazzzato medici e suore in molti, troppi, ospedali statali italiani), di promuovere il ricco business che lucra sul mantenere in vita le persone morte contro la loro volontà.


mercoledì 11 febbraio 2009

ROUBINI: IL MODELLO ANGLO-SASSONE HA FALLITO (E ANCHE IL MODELLO ITALIANO)

Ho scoperto che Nouriel Roubini, genio economista (già più volte citato in questo blog) che ha fatto parte dello staff di Clinton e oggi è uno dei consiglieri economici di Obama, è cresciuto ed è andato a scuola a pochi isolati da casa mia e che è stato anche compagno di scuola e amico di mio zio. Ecco un traduzione/sintesi di un suo recente intervento:

Rispondendo alle domande dei lettori di FT.com (Financial Times), Roubini, che è stato tra i pochi economisti a prevedere l’attuale crisi finanziaria, ha spiegato che il sistema di supervisione “si basava sull’autoregolamentazione e quindi, di fatto, sulla non-regolamentazione; su una disciplina del mercato che non può esistere insieme a euforia ed esuberanza irrazionale, su modelli di amministrazione del rischio che hanno fallito perchè – come ha detto un ex capo esecutivo di Citi – quando la musica suona bisogna alzarsi e ballare”.

“Tutte le colonne portanti di Basilea II hanno fallito ancora prima di essere implementate”, ha aggiunto, facendo riferimento alla regolamentazione internazionale che obbliga le banche a mettere da parte più capitale per mantenere l’attuale livello di prestiti.

Roubini ha anche predetto la possibilità del fallimento di un’altra grande banca: “In molti paesi le banche sono troppo grandi per fallire ma anche troppo grandi per essere salvate, se le risorse fiscali/finanziarie del governo sovrano non dovessero essere sufficienti a ripianare insolvenze di tali dimensioni nel sistema finanziario”.

Tradizionalmente solo i mercati emergenti hanno sofferto – e continuano a soffrire – di queste problematiche. Oggi però questo rischio sta crescendo anche nelle economie europee in cui le banche potrebbero essere troppo grandi per essere salvate dal governo sovrano: Islanda, Grecia, Spagna, Italia, Belgio, Svizzera e, alcuni dicono, persino il Regno Unito”.

“Esiste oggi un rischio - per ora relativamente basso – che alcuni Paesi vengano forzati fuori dalla zona Euro. L’intera idea di un’unione monetaria era basata sul fatto che non avendo più più avuto una politica monetaria e fiscale indipendente, i Paesi membri sarebbero stati spinti a implementare riforme strutturali in maniera più aggressiva per assicurare la crescita produttiva ed integrare le performance economiche.

La Germania ha attuato un massiccio piano di ristrutturazione che ha portato a una crescita della produttività, senza comportare una crescita troppo sostenuta dei salari, rendendola nuovamente competitiva

In Spagna, Portogallo, Italia e Grecia, invece, queste riforme strutturali sono state ritardate e la crescita nominale dei salari ha limato la crescita di produttività, causando un incremento del costo del lavoro che ha ridotto la competitività e che si aggiunge ai potenziali problemi legati alle insolvenze dei grandi istituti bancari.

Quindi l’unione monetaria e sotto pressione dall’aumento del divario tra i territori sovrani. Due anni fa, quando era all’opposizione, l’attuale primo ministro Italiano Silvio Berlusconi e il signor Tremonti, il suo ministro esonomico, hanno argomentato che l’euro è stato un disastro per l’Italia. Con amici come questi chi ha bisogno di nemici nell’Unione Europea?

Anche se il rischio di rottura nella zona euro è ancora lontano, questa crisi finanziaria ed economica è il primo vero test dell’unione monetaria.

Criticando l’approccio di USA e UK ai salvataggi delle banche, e paragonandoli ai tentativi del Giappone di risolvere la crisi bancaria degli anni ’90, Roubini ha aggiunto: “L’attuale approccio di USA e UK potrebbe risultare simile alla ‘banche zombie’ del Giappone, che non sono mai state adeguatamente ristrutturate e hanno finito per perpetuare la riduzione e il congelamento del credito”.

Gli economisti e i politici sperano di rilevare segnali di ripresa nelle principali economie mondiali nella seconda metà del 2009, quando gli stimoli dei governi e le azioni intraprese sui tassi di interesse dalle banche centrali cominciano ad avere effetto.

I dati recenti però dicono che potrebbe volerci più tempo, mentre l’ultimo rapporto del World Economic Forum avverte dei rischi di una nuova crisi finanziaria causata proprio dalle spese governative che dovrebbero salvare le economie dalle tubolenze del sistema finanziario globale.

lunedì 9 febbraio 2009

OBAMA: "L'ECONOMIA NON E' UN GIOCO"

Durante l’incontro annuale dei Democratici della Camera USA, che si è tenuto  a Williamsburg, in Virginia, giovedì scorso, il neo-eletto presidente Obama non ha usato giri di parole, definendo “argomentazioni fasulle” tutte le critiche che sono state indirizzate alla  sua proposta di stimoli per rilanciare l’economia americana.

“Non possiamo affidarci alle stesse politiche che negli ultimi otto anni hanno fatto raddoppiare il debito pubblico e sbandare la nostra economia”, ha dichiarato Obama. “Non possiamo abbracciare la formula perdente secondo cui l’unico modo di risolvere ogni problema è tagliare le tasse, ignorando problemi urgenti come la nostra assuefazione al petrolio straniero, la crescita esponenziale dei costi della sanità, o il decadimento di scuole, ponti, strade e argini fluviali”, ha aggiunto, con ovvi riferimenti a quelli che sono stati alcuni dei più eclatanti falimenti dell’amministrazione Bush: il dramma dell’uragano Katrina a New Orleans nel 2005 e il crollo del Mississippi River Bridge sull’autostrada I35W in Minnesota nel 2007.

“Non importa se state guidando un SUV o un’auto ibrida: se state andando verso un precipizio dovete cambiare direzione”.

Obama ha poi precisato di aver apprezzato le critiche costruttive espresse nei confronti del pacchetto di stimoli, che prevede una spesa di circa 800 miliardi di dollari (dopo che Bush ha appena stanziato circa 1.000 miliardi di dollari per salvare banche e istituti di credito colpiti dalla crisi della finanza) da destinare in parti più o meno uguali a ridurre le tasse e a investire nelle infrastrutture e nei servizi per i cittadini.

“Quando siamo entrati per la prima volta nell’Ufficio Ovale abbiamo trovato un debito pubblico raddoppiato. Il popolo americano non ci ha eletto per per ripetere gli stessi ritardi, le stesse distrazioni e le stesse chiacchiere inutili. Gli americani non hanno votato per ripristinare le false teorie del passato, non hanno votato per discussioni futili e non hanno votato per mantenere lo status quo”, ha rincarato Obama più volte interrotto dagli applausi.

Secondo il piano d’azione della nuova amministrazione il pacchetto di stimoli all’economia è solo il primo passo. Poi bisognerà risolvere i problemi sulle insolvenze dei mutui, stilare il nuovo budget, affrontare i problemi fiscali e implementare una nuova regolamentazione del mondo finanziario.

“Il pacchetto di stimoli non è un gioco - ha concluso - se non ci muoviamo rapidamente per renderlo effettivo, un’economia che è già in crisi andrà verso una catastrofe certa. Questa non è la mia opinione, non è l’opinione di Nancy Pelosi (Speaker dei Democratici della Camera) ma è l’opinione dei migliori economisti del Paese. E alcuni di loro in passato hanno cercato, senza successo, di consigliare quelle stesse persone che oggi criticano il mio piano di salvataggio”.

Tra gli economisti citati da Obama spicca il ruolo di Nouriel Roubini, professore di Economia alla New York University (laureato, per altro, alla Bocconi  di Milano) che faceva parte del governo ai tempi dell’amministrazione Clinton e che negli ultimi anni era stato bollato come “menagramo” per i suoi tentativi (inascoltati) di mettere in guardia il mondo finanziario e politico dagli effetti delle pratiche “poco ortodosse” che venivano implementate. Oggi Roubini è uno dei maggiori supporter del pacchetto di stimoli senza il quale, spiega “il Paese sponfonderebbe in un deficit ancora maggiore e in una recessione molto seria”.

giovedì 5 febbraio 2009

POVERA ITALIA MIA


Mamma mia come siamo finiti in basso. L'Italia è un Paese di idioti. Basta guardare le notizie (e i commenti alle notizie) pubblicate sul sito più visitato in Italia, quello del Corriere. Dio mio, l'unico che cerca di fare qualcosa, di opporsi con decisione è il povero Di Pietro che viene relegato dagli stessi giornalisti nel ruolo di rompiscatole.

E intanto ne succedono di tutti i colori, da Milano che è in mano a una giunta sindacale in preda a se stessa e che crede che per rilanciare una città bisogna soffocarne tutta la creatività (chiudendo scriteriatamente centri sociali e discoteche) ai ministri che, invece di pensare a come mandare avanti e rilanciare il Paese, si impuntano a contrastare le decisioni della Corte di Appello sulla sorte di una povera ragazza che è morta da 17 anni e viene tenuta innaturalmente in vita con delle macchine (ma di questo non voglio dire altro). Mente gli unici che fanno qualcosa di concreto a livello politico sono gli xenofobi della Lega che fanno passare leggi per rendere più difficile la vita agli immigrati, nonostante gli immigrati siano fondamentali per il futuro di tutta l'Italia.

In tutto questo il parere delle figure religiose conta più di quello delle figure politiche al potere e infinitamente di più di quello delle figure politiche all'opposizione. E Berlusconi fa tutto quello che vuole. Cos'è successo? Cos'è successo all'Italia e agli italiani? Perchè questo Paese sprofonda in un oblio di ignoranza che ricorda l'epoca oscura del medioevo?

L'ironia e' che non va tutto cosi' male, anzi. Quelle che a lungo sono state considerate debolezze si rivelano punti forza: le piccole industrie a gestione familiare; l'incapacita' (o la non volonta') di rischiare prestando soldi a chiunque... questi fattori ci hanno reso meno suscettibili alle truffe dell'alta finanza, del mercato azionario e alla crisi del credito, ma non siamo capaci di non vivere nel terrore.

Perche' la destra spaventa le masse sugli immigrati e sul terrorismo, la sinistra e' terrorizzata di qualsiasi cosa, la mafia incute il timore della violenza e la chiesa incute il timore di un dio che conoscono solo loro e che odia tutti quelli che non obbediscono al loro volere malato. I medici incutono il terrore delle malattie, i giornalisti il timore della repressione (piuttosto fondato), gli avvocati il timore della legge, gli ambientalisti il timore del riscaldamento globale (anche questo fondato).

Basta paura, basta odio, basta intolleranza, basta violenza. Lo so che non serve a niente scriverlo qui ma non so cos'altro fare.




martedì 3 febbraio 2009

LA BANDIERA ADORNATA DI STELLE

Un po' mi rode. Ho tradotto l'inno americano cercando qualche nuova ragione per attaccare l'america. Chessò, magari che la loro natura belligerante e sprecona era già scritta nella canzone che hanno composto dopo essersi liberati dagli inglesi. Invece non si può certo dire questo. Anche tradotta è veramente una bella canzone con belle parole. Forse l'unico appunto è che sembra già un film di hollywood, con gli americani forti e valorosi che sconfiggono il nemico malvagio con l'aiuto di Dio. Ad ogni modo l'ho tradotto in modo che ognuno possa farsene un'idea propria.

THE STAR SPANGLED BANNER
LA BANDIERA ADORNATA DI STELLE

Oh, say! can you see by the dawn's early light 

What so proudly we hailed at the twilight's last gleaming;
Whose broad stripes and bright stars, through the perilous fight, 

O'er the ramparts we watched were so gallantly streaming? 


Dimmi! Riesci a vedere nella luce del mattino

Ciò a cui abbiamo inneggiato agli ultimi bagliori del tramonto;

Le cui strisce larghe e stelle brillanti, attraverso il pericoloso combattimento

Dai bastioni guardammo, mentre scorrevano eleganti.


And the rocket's red glare, the bombs bursting in air,
Gave proof through the night that our flag was still there:
Oh, say! does that star-spangled banner yet wave
O'er the land of the free and the home of the brave?


E il riflesso rosso dei razzi, le bombe che esplodevano nell’aria 

Diedero prova nella notte che nostra bandiera c’era ancora:

O dimmi! Sventola ancora la bandiera adornata di stelle

Sulla terra dei liberi e la casa dei coraggiosi?


On the shore, dimly seen through the mists of the deep,
Where the foe's haughty host in dread silence reposes,
What is that which the breeze, o'er the towering steep,
As it fitfully blows, half conceals, half discloses? 


Sulla costa, illuminata appena attraverso le nebbie del profondo

Dove l’altezzoso protettore del nemico in spaventoso silenzio riposa

Cos’è che la brezza, sopra lo strapiombo torreggiante,

Mentre soffia a sprazzi, un po’ nasconde, un po’ rivela?


Now it catches the gleam of the morning's first beam,
In fully glory reflected now shines in the stream:
'Tis the star-spangled banner! Oh, long may it wave
O'er the land of the free and the home of the brave!


Ora raccoglie il luccicare del primo raggio al mattino,

Riflessa in tutta la sua gloria ora brilla nel ruscello:

È la bandiera adornata di stelle! Che sventoli a lungo

Sulla terra dei liberi e la casa dei coraggiosi!


And where is that band who so vauntingly swore
That the havoc of war and the battle's confusion
A home and a country should leave us no more? 

Their blood has washed out their foul footsteps' pollution!


E dov’è quella banda che così vanagloriosamente ha giurato

Che il caos della guerra e la confusione della battaglia

Una casa e una nazione non ci avrebbe più lasciato?

Il loro sangue ha sciacquato via l’inquinamento delle loro sporche tracce!


No refuge could save the hireling and slave
From the terror of flight or the gloom of the grave:
And the star-spangled banner in triumph doth wave
O'er the land of the free and the home of the brave. 


Nessun rifugio potrà salvare i mercenari e gli schiavi

Dal terrore della fuga o l’oscurità della tomba:

E la bandiera adornata di stelle sventola in trionfo

Sulla terra dei liberi e la casa dei coraggiosi.


Oh, thus be it ever, when freemen shall stand
Between their loved home and the war's desolation!
Blest with victory and peace, may the heav'n-rescued land 

Praise the Power that hath made and preserved us a nation! 


Oh, così sia per sempre, quando i liberi si leveranno

Tra l’amore per la propria patria e la desolazione della guerra!

Benedetta con la vittoria e la pace, possa la terra salvata dal cielo

Adorare il Potere che ci ha fatto e mantenuto una nazione!


Then conquer we must, when our cause it is just, 

And this be our motto: "In God is our trust":
And the star-spangled banner in triumph shall wave
O'er the land of the free and the home of the brave.


Quindi conquistare dovremo, quando la nostra causa è giusta,

E questo sia il nostro motto: “In Dio è la fiducia”:

E la bandiera adornata di stelle sventolerà in trionfo

Sulla terra dei liberi e la casa  dei coraggiosi.

EMMANUELLE CHRIQUI



Secondo me, in questo preciso istante, è la donna più bella del mondo




lunedì 2 febbraio 2009

VISIONE 2


Questo invece rappresenta la mia visione dell'america



VISIONE


Questo disegno, che ho trovato in un vecchio raccoglitore, illustra con abbastanza precisione la mia visione del mondo




domenica 1 febbraio 2009

THE NEW WORLD ORDER

Non ho le facoltà per capire quali siano i veri equilibri geopolitici ma mi sembra che si stia delineando nel mondo uno scontro di civiltà legato in parte ai confini e ai micro interessi nazionali e in parte al contrasto tra macrogruppi religiosi. Non quello tra musulmani e cristiani, o meglio, non solo quello. Mi sembra che il mondo si stia dividendo sempre più marcatamente tra il mondo Protestante-ebraico/anglosassone, il mondo cattolico/europeo-sudamericano, il mondo arabo/musulmano, il mondo indiano/induista, il mondo cinese/ateo, e il mondo africano.

Il mondo cattolico include le piccole nazioni cattoliche (Italia, Francia, Spagna, meno la Germania, forse potenzialmente i cristiani ortodossi russi) e, grazie alle politiche imperialiste attuate in un passato remoto da Spagna e Francia, esercita un significativo potere sul Sudamerica e, sempre meno, sull'Africa, i cui popoli però non hanno mai particolarmente beneficiato del proprio cattolicesimo, anzi da esso sono soggiogati e indeboliti. Inoltre il mondo cattolico è in costante scissione e declino dall'apice toccato ai tempi dell'Impero Romano: da esso sono fuoriusciti tutti i protestanti, i musulmani, gli atei e le divisioni continuano anche tra le nazioni. Italia, Francia, Spagna, Germania e Russia (anche senza la russia) non coesisteranno mai, non avranno mai una visione comune. E i comunisti, gli atei, ci sono sia in Europa che in Sud America.

Il mondo protestante anglosassone, unito al mondo ebraico, è molto più forte ma anch'esso è in fase di declino, una lenta agonia che durerà ancora decine di anni. Questo può essere considerato il "primo mondo" per la ricchezza che ha accumulato (e sperperato) negli anni del suo dominio (da dopo la Seconda Guerra Mondiale). La sua forza deriva in parte dall'imperialismo britannico dei tempi che furono e in parte dall'alleanza in essere principalmente col mondo Cattolico, uniti da Cristo e uniti ai suoi uccisori, dopo essersi massacrati a vicenda nella Seconda Guerra Mondiale. E' un'alleanza difficile da mantenere anche perchè il suo potere sugli altri mondi è inscindibilmente legato alla sua potenza militare ed economica. Quando quelle vacillano, tutto vacilla.

Insieme, il mondo anglosassone/giudaico e quello cattolico formano il mondo cristiano/giudaico che è composto da circa un miliardo di persone (più gli ebrei dispersi nel mondo), ma hanno un tasso di natività più basso rispetto a tutti gli altri mondi.

Il mondo arabo/musulmano da solo conta oltre un miliardo di persone. Naturalmente non si può parlare di unità all'interno del mondo arabo più di quanto si possa farlo per il mondo crisitiano. C'è lo scisma tra sciiti e sunniti, giusto per citare quello che noi occidentali conosciamo a causa della guerra in Iraq. Inoltre il mondo arabo non ha formulato alleanze chiare fuori dalla sua sfera nord africana-sud asiatica (mediorientale). Tratta con tutti egualmente, vendendo petrolio e accumulando ricchezze enormi che finiscono nella mani di pochi. Grazie all'Islam i potenti arabi detengono anche un forte controllo sulle menti di molti dei loro sudditi, a casa e nel mondo, attraverso una religione che si presta a interpretazioni particolarmente rigide e violentemente repressive. A causa delle inevitabili tensioni legate al fulcro dello scontro tra le religioni è quasi impossibile le riconciliazione con il mondo cristiano/giudaico ed è più plausibile la ricerca di affinità dogmatiche con il mondo ateo.

Anche il mondo indù conta più di un miliardo di persone. Le sue divisioni interne sono ancora maggiori ma, da un punto di vista più macroscopico, si contende (con maggiore fortuna) il ruolo di potenziale alleato del mondo crisitano/giudaico, come dimostrano le crescenti tensioni al suo interno e con i suoi vicini arabi asiatici (Pakistan). La sua affinità è legata ai tempi dell'imperialismo inglese, che strinse accordi solidi e relativamente equi con i suoi potenti, creando un'affinità capace di durare nel tempo, come accaduto anche con gli Stati Uniti. oggi l'India sta diventando una superpotenza (anche spaziale) grazie all'intelligenza e all'istruzione avanzata di una percentuale sempre più importante dei suoi abitanti.

Ci sono invece più di due miliardi di persone nel mondo "ateo". Naturalmente non stiamo parlando di un mondo letteralmente ateo ma di un mondo in cui la religione non ha un ruolo dominante. Esso include principalmente i cinesi, che sono un miliardo e mezzo nella madrepatria e almeno mezzo miliardo nel mondo. I cinesi all'estero non si sentono parte di una minoranza locale ma di una maggioranza globale. La loro forza è nel numero, nella rigorosa impenitenza del dogma ateo, e nel valore del loro lavoro. E la loro sfera di influenza si sta allargando all'Africa e a tutta l'Asia, incluso il subcontinente indiano. Oltre che verso lo spazio.

In tutto il mondo ci sono anche un miliardo di africani. Il mondo africano è dilaniato dalle divisioni etniche. Un mondo perfetto, che è stato saccheggiato e insanguinato, come d'altra parte, anche il Nord America. Solo che in nord america il genocidio degli Indiani d'America è stato ultimato, mentre in Africa, per forza di cose, è tutt'ora in corso. AIDS, e guerre etniche, dittatori sanguinari e islam repressivo, questa è la ricetta studiata. E l'unico rimedio che siamo riusciti a trovare allo sterminio, spiace dirlo, è quello cattolico, che incoraggia a non usare profilattici in modo da filiare più rapidamente di quanto si muoia. Se funziona, sarà sicuramente meglio la strategia dei cinesi, di costruire loro le infrastrutture necessarie, sfruttando tutti allo stesso modo. Anche dal punto di vista della religione si sta certamente comunque imponendo maggiormente l'islam del cattolicesimo, che almeno offre di morire combattendo per qualcosa invece di vivere di stenti solo per filiare.

Lo scenario più plausibile è di un alleanza tra il mondo cristiano-giudaico-indù nello scontro con il mondo arabo/musulmano. Di questo scontro beneficerebbe il mondo ateo, che dovrà solo attendere il momento giusto per spazzare via ciò che rimane dei due litiganti (entrando nel conflitto in difesa dei "più deboli e meno numerosi" arabi, e assumere il controllo e la guida del mondo negli anni a venire.

Tutto questo, per quanto possa essere affascinante e forse persino plausibile, in realtà è falso. E' semplicemente quello che ci vogliono far credere. La realtà è che tutti siamo fratelli e sorelle e vogliamo andare d'accordo, a prescindere da religione o provenienza nazionale. Ci piacciono un sacco le differenze culturali, e vogliamo conoscere gente simpatica da ogni dove. Ma loro non vogliono che sia così. Perchè così non ci guadagna nessuno. Allora loro ci ci fanno odiare a vicenda, e poi ci fanno combattere.  Dividi et impera. La realtà è che tutti i potenti, dal mondo arabo, dal mondo cattolico, dal mondo anglosassone, dal mondo ateo e dal mondo indiano sono amiconi. Si vogliono un bene dell'anima e se la spassano in continuazione. Guadagnano fortune inestimabili spremendoci e schiacciandoci e poi, quando ci hanno schiacciato così tanto che non viene più fuori niente, ci mandano ad ammazzarci a vicenda. Così si perpetua il ciclo mostruoso del capitalismo globalizzato.