venerdì 12 dicembre 2008

FREE MARIA! LEGALIZE IT! LET'S GrOw!


Chiariamoci subito. Io non fumo marijuana. Però credo che debba essere legalizzata. Adesso.
Per questo mi piacerebbe fondare un capitolo italiano dell'associazione NORML (National Organization for the Reform of Marijuana Laws - Organizzazione Nazionale per la Riforma delle Leggi sulla Marijuana) che è un'associazione americana che si batte per la legalizzazione della Cannabis e per la difesa delle vittime non violente della "Guerra alla Droga".
Chiaramente non ho ne i soldi ne il tempo da dedicare a questa causa. Mi limiterò a descrivere in questo blog quelle che sarebbero le mie intenzioni e le ragioni per cui io credo fermamente che la persecuzione dei consumatori e dei coltivatori di marijuana sia una delle (tante) grandi ingiustizie sociali. Per questo nasce NORML ITALIA (NORMLI)

PERCHÈ LEGALIZZARE LA CANNABIS?

La legalizzazione della marijuana è la cosa giusta da fare. Sono sempre più persone a crederlo anche se ancora oggi le leggi di molti paesi occidentali prevedono sanzioni estremamente severe per chi viene trovato in possesso di questa erba (perchè solo di una pianta stiamo parlando) o suoi derivati naturali. Certamente le pene in occidente non sono drastiche e feroci come molti altri Paesi asiatici o medioorientali ma rimangono comunque severe e, spesso, ingiuste.
Una persona che viene trovata in possesso di marijuana rischia la galera in molte nazioni e la galera non vuol dire solo passare qualche giorno, settimana, mese o anno lontano da tutto ciò che è la propria vita ma spesso significa rischiare di perdere molto di ciò che si è lavorato duramente per costruire, un lavoro, un’amore, una passione.
La realtà, infatti, è che non sono solo i ribelli, gli anarchici o i rasta a fumare marijuana. La marijuana viene usata da gente che ha un lavoro, che ha una famiglia, da membri della società attivi, creativi e produttivi secondo qualsiasi canone. Professionisti, operai, studenti, medici, avvocati. La realtà è che fumare marijuana è qualcosa che accomuna le più disparate tipologie di persone, come per altro fa, per esempio, la birra.
NORMLI crede prima di tutto che il consumo moderato di marijuana debba essere una scelta personale. Che le leggi che attualmente regolano l’uso, il possesso e la coltivazione di marijuana in Italia siano ingiuste e sbagliate e che noi cittadini italiani abbiamo il dovere di fare qualcosa per cambiarle.
E se non possiamo cambiarle, almeno abbiamo il dovere di aiutare chi sia vittima di tali ingiustizie a ottenere tutto il supporto legale possibile, creando una rete di avvocati che condividono gli ideali di NORMLI e possono offrire consulenze e aiuto. NORMLI infatti non vuole essere un punto di riferimento solo per chi usa marijuana a scopo ricreativo ma per tutti coloro, anche e soprattutto chi, per ragioni proprie, sceglie di non fumare marijuana ma crede comunque che vada legalizzata.

QUESTIONE DI PERCEZIONE
Non sono, infatti, solo le leggi a essere antiquate e sbagliate; gran parte del problema nel nostro Paese, e ciò che noi vogliamo lavorare per cambiare, è la percezione pubblica della marijuana.
Al contrario di molte nazioni socialmente avanzate (almeno da questo punto di vista) del Nord Europa, dove si studiano maggiormente le possibilità mediche, industriali, culturali, sociali, e persino economiche della cannabis (in tutte le sue forme), in Italia il consumatore di marijuana viene ancora percepito come un drogato, un ribelle un alternativo o un “fattone”. E più il fumatore si dedica a cercare la marijuana di qualità più elevata, più egli viene percepito come una persona con un problema di abuso da sostanze stupefacenti. Contrariamente, chi si dedica alla ricerca del buon vino è un intenditore. Nessuno sta dicendo che il vino dovrebbe essere maggiormente controllato, vogliamo solo evidenziare che l’uso di una sostanza naturale che abbia proprietà psicoattive non è di per sè un comportamento dannoso per la persona o per la società. Ciò che determina questa possibilità è la differenza tra uso controllato e abuso.

USO RESPONSABILE, NON ABUSO
Tanto più che è scientificamente provata l’impossibilità di assumere una quantità letale di marijuana in forma naturale, qualità sicuramente non altrettanto valida persino per molti cibi. Per non parlare dell’alcol. Mentre un bicchiere di birra, vino o superacolico non rappresenta certamente un pericolo per una persona adulta e responsabile, lo stesso non si può dire per l’abuso di alcol, uno dei mali più tremendi e difficili da sconfiggere, che causa sintomi tremendi, dal delium tremens alla morte. La marijuana no. Non può. Al massimo può rendere una persona un po’ più pigra di prima, ma non è detto. Anche questo in molti casi è solo uno stereotipo, basta dare un’occhiata al ricco business legale che vive dell’ingegno di chi fuma marijuana: dai vestiti ai metodi di coltivazione più scientificamente avanzati scoperti dall’uomo. La realtà è che è la marijuana è una sostanza molto meno dannosa sia della nicotina che dell’alcol eppure rimane illegale.

SFATIAMO QUALCHE MITO
In Italia la marijuana è considerata da molti quasi pari a droghe tremende come l’ecstasy, l’LSD o la cocaina. Questo tipo di pensiero è estremamente pericoloso. Prima di tutto perchè la marijuana è, appunto, utilizzata da molti membri produttivi della società che rischiano di essere considerati alla stregua di ricchi scansafatiche, giovani ribelli o invasati con nulla da perdere e, in secondo luogo, perchè così si innesca un meccanismo che porta i moltissimi giovani che decidono di provare la marijuana a considerare se stessi alla stregua di cocainomani o pasticcomani, mettendo in relazione due sostanze che altrimenti non avrebbero nulla in comune (sarebbe come dire che tutti coloro che bevono una birra diventano fumatori di oppio o eronimoani) e facilitando un passaggio che altrimenti non sarebbe affatto scontato. Mamme, Papà: i vostri figli hanno sicuramente provato a fumare marijuana e forse diventeranno medici, ingegneri, astrofisci, scienziati, avvocati. Quasi sicuramente non diventeranno uomini politici (al limite radicali o verdi) ma non fatevi ingannare: fumare marijuna non può distruggere una vita come possono fare le droghe realmente pericolose: ciò che rischia di rovinare la vita di vostro figlio o vostra figlia è la vostra mancanza di comprensione, il vostro distacco da - e il vostro rifiuto di - comprendere tutto ciò che è la vita dei ragazzi oggi. E voi uomini poltici aprite gli occhi: le nuove generazioni sanno cos’è la marijuana e non ne hanno paura. Le politiche che mirano a rendere più severe le leggi che ne regolano l’uso e il consumo non andranno incontro al favore degli elettori. E questo vale sia per la destra che per la sinistra.

DIALOGO NON REPRESSIONE
Come si può insegnare a una persona a utilizzare un prodotto in maniera responsabile se lo si vieta interamente? Per evitare che una persona irresponsabile abusi di qualsiasi cosa bisogna prima di tutto renderla resposabile e la responsabilità deriva dalla conoscenza e della possibilità di scegliere in maniera consapevole e informata. NORMLI vuole essere una fonte di informazioni neutrali e completamente apolitiche, una fonte di dialogo socialmente costruttivo e utile per tutte le parti coinvolte, inclusi naturalmente i tutori dello stato e dell’ordine pubblico. Il nostro obiettivo non è aiutare o spingere le persone a infrangere la legge ma solo far sapere ai nostri governanti e agli enti pubblici che una parte consistente e sempre maggiore degli elettori italiani crede che la marijuna non debba essere considerata una piaga sociale e che vada, anzi, legalizzata e valorizzata.

LOTTA AGLI SPACCIATORI
Sicuramente la gente che vende marijuana al dettaglio non è un criminale. I guadagni sono talmente ridotti e il rischio talmente alto che coloro che si prendono la briga di acquistare marijuana per qualche amico o cliente andrebbero considerati buoni samaritani, altruisti più che criminali. Lo stesso discorso non vale per la vendita illegale della marijuana in grandi quantità che, in quanto business illegale, è per forza interamente in mano alla malavita organizzata. Non è un concetto di difficile comprensione: legalizzando la vendita e/o la coltivazione di marijuana si eliminerebbe in un solo colpo un enorme fonte di guadagno per il crimine organizzato, senza contare che, come business legale, controllato e tassato, frutterebbe alle casse dello stato italiano ingenti quantità di denaro.
Noi di NORMLI non siamo antiproibizionisti: crediamo che sostanze realmente pericolose debbano per ora rimanere illegali. La nostra società non è pronta a legalizzare qualsiasi cosa. Noi, anzi, crediamo che lo stato debba esercitare una maggiore attività informativa anche legata ai rischi di abuso di tabacco e alcol.

UTILIZZI UTILI
Ci siamo concentrati sull’aspetto ricreativo dell’uso di Cannabis ma non possiamo non parlare degli innumerevoli altri utilizzi, ad oggi spesso inaccessibili, della Canapa e dell’ingrediente attivo della mariuana, il THC. Si potrebbero dedicare, e sono stati dedicati, interi volumi a questo argomento. Con la Canapa si può produrre carta di ottima qualità (risparmiando gli alberi), vestiti e altri prodotti in fibre che sono tra le più resistenti al mondo, rimedi contro la nausea (con un efficacia superiore a quella di qualsiasi altro prodotto in commercio), contro il dolore e persino contro le infezioni (che possono risultare letali), solo per citarne qualche uso attuale dei Cannabinoidi (le molecole che compongono la Cannabis)
Alla luce di tutte questi contributi che la Cannabis può portare alla nostra società come possiamo noi uomini dubitare del fatto che una pianta, creata da un’intelligenza cosmica molto superiore alla nostra, possa essere avere effetti benefici per l’umanità al punto da renderla illegale? Come possiamo noi peccare di tale superbia da sovrapporre le nostre paure irrazionali alle leggi divine (per chi ci crede) e della natura?

ECCO PERCHÈ
Noi di NORMLI ci rendiamo conto che nel mondo ci sono molti problemi e ci rendiamo conto che la possibilità o meno di fumare marijuana non è, a prima vista, tra i più gravi. Però rimane un’ingiustizia e come tale va combattuta. Chissà che, partendo da questo tipo di tolleranza, non si arrivi a concepire un mondo più pacifico e giusto. Noi lo crediamo. E crediamo di non essere affatto soli.

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