martedì 16 dicembre 2008

MICA TANTO NEGRO E SICURAMENTE NON AMARO



Ieri sono andato per lavoro (dovevo fare un'intervista a Lara Croft) al concerto del gruppo Negramaro. A parte qualche volta per sbaglio alla radio, non li avevo mai sentiti. Di certo non avevo nessun particolare interesse a sentirli però, a vedere il pubblico (il Forum era tutto esaurito) così entusiasta che cantava perfettamente sincronizzato, tutti con le mani ugualmente alzate, ordinati, senza sbagliare una parola, devo ammettere che sono rimasto abbastanza colpito.

Vederli lì, tutti così uniformi, tutti così sintonizzati sulla stessa frequenza mi sono venuti dei forti dubbi. Forse che mi sbagliavo? Forse ho sbagliato tutto nella vita. Forse non è giusto perseguire un'individualità che poi alla fine ti fa solo soffrire di solitudine. Forse è meglio rimanere semplici, uniformarsi, muoversi tutti come un'unica entità, non porsi domande, accettare e seguire insieme alla massa. Perchè poi alla fine lo spettacolo è bello. Ci si diverte. Non ci si deprime ponendosi domande inutili a cui comunque non c'è una risposta.

Vedere tutta la gente lì che cantava felice, senza mezza canna che girava, senza droghe, al massimo sorseggiando una birra, mi sembrava di vedere una felice congrega di credenti, che accettavano il verbo del predicatore senza capirlo o magari capendolo ma solo perchè esprimeva concetti semplici e banali ma inconfutabili: vogliamoci bene, non litighiamo, ama il tuo prossimo, non farmi soffrire. Forse le religioni e gli stati fanno bene a cercare decostruire l'individualità per costruire la massa: come si fa a non apprezzare una massa di persone che si muove all'unisono, come un'unica entità?

Chiaramente si apprezza ed è giusto apprezzarlo. Il problema è che non tutti (per migliaia di ragioni, giuste o sbagliate che siano) possono far parte della massa e bisogna accettare anche questo fatto. Secondo me, l'ideale, la cosa più difficile da ottenere ma proprio per questo la più giusta, è riuscire a fare in modo che chiunque, con la sua individualità intatta riesca a interagire e ad agire insieme a chiunque altro a prescindere dalle differenze. Per fare questo è necessaria l'accettazione totale di queste differenze. E gli individualisti devono accettare anche chi invece fa parte della massa. Fare parte della massa non è sbagliato a priori, così come non lo è essere diversi. Diventa sbagliato solo se non si tollerano le differenze, qualunque esse siano.

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