venerdì 12 dicembre 2008

SCUOLA ASSUEFATTIVA


I videogiochi sono assuefattivi. E' proprio una loro caratteristica e non è considerato un male. Anzi. Quando un videogioco è fatto bene, è bello da vedere, è divertente ed è coinvolgente come deve essere si dice che il gameplay è "addicting".

Ovviamente, come per tutte le cose, bisogna usare giudizio e non esagerare. Lasciarsi trascinare dal gioco e perdersi nella trama è bellissimo, come leggere un bel libro e guardare un bel film. Anzi probabilmente anche di più perchè c'è anche l'aspetto dell'interazione. Però a un certo punto bisogna staccare.

Anche per questo i mmorpg, videogiochi ambientati in mondi virtuali che non finiscono mai, presentano alcuni aspetti critici. Se il videogioco non finisce mai si rischia veramente di giocare troppo e l'assuefazione positiva legata al divertimento e al coinvolgimento emotivo può trasformarsi in un'assuefazione negativa e, proprio come l'alcol o certe droghe, può creare problemi sociali e famigliari. Se una persona comincia a passare troppe ore giocando online, trascurando la famiglia, il lavoro o gli amici, mentendo per giustificare la propria ossessione, un videogioco online può diventare pericoloso anche per la salute.

Eppure i mondi virtuali presentano delle potenzialità talmente enormi che l'argomento non può semplicemente essere bollato come intrattenimento potenzialmente nocivo. Anzi, questa loro capacità di coinvolgere va sfruttata in positivo. Ad esempio attraverso gli utilizzi didattici. Non stiamo scoprendo niente. In USA, Asia e UK ci sono già numerose associazioni che mettono le tecnologie per la realizzazione di mondi virtuali a disposizione degli istituti accademici.

Immaginate studiare la battaglia di Waterloo vivendone in prima persona una ricostruzione virtuale perfettamente accurata, nei panni di Napoleone, di Nelson o magari di un soldato semplice. Oppure studiare la geografia visitando in pochi minuti tutte le capitali europee, o le principali città di una nazione, e poi partecipando a giochi virtuali in cui bisogna rispondere a quiz su quello che è stato osservato. Oppure avventurarsi in un mondo virtuale fatto di numeri e algoritmi per osservare il modo in cui le funzioni matematiche possono essere applicate alla realtà, usandole magari per risolvere problemi architettonici o strutturali. E non finisce qui. Nelle classi universitarie di archiettettura gli studenti potrebbero competere costruendo progetti in un mondo virtuale a cui partecipano le università di tutto il Mondo. Nella biologia, nella chimica e nella medicina ci si può avventurare, insieme ad altri studenti di ogni dove, all'interno di rappresentaizoni virtuali del corpo umano o in un mondo gigante in cui è possibile osservare le molecole stesse. Le possibilità sono davvero infinite e, se è vero che giocare in un mondo virtuale di intrattenimento può essere assuefattivo, perchè giocare in mondi virtuali dedicati all'apprendimento non può esserlo altrettanto?

Se la scuola diventasse assuefattiva sarebbe un bene o un male?

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