venerdì 12 dicembre 2008

IN DIFESA DI BERLUSCONI


Scrivere questo titolo non mi è stato per nulla facile. Ecco perchè arrivo così tardi su questo argomento (e comunque non volevo far parte della massa che si è scagliata subito contro il berlusca). L'argomento è naturalmente la fatidica battuta su Obama: "è bello, giovane e abbronzato".

Onestamente sono un po' nauseato dalla massa di gente, soprattutto italiani all'estero, che si è affrettata a vergognarsi e scusarsi per quell'esternazione. Va bene, senza dubbio la frase detta da berlusconi dimostra poca intelligenza diplomatica, naturale per uno che della diplomazia non ha mai avuto bisogno, visto che il suo potere mediatico gli permette di dire tutto e il contrario di tutto senza alcuna vera opposizione o critica: quando tutti i leader del mondo sanno quanto siano sensibili gli americani sul discorso della razza e nessuno ha osato dire una parola sul colore della pelle del nuovo presidente, ecco che berlusconi ci scherza tranquillamente sopra.

La questione però è proprio questa. Berlusconi ha scherzato, facendo una battuta, per altro affettuosa, sulla bellezza del neopresidente (e allo stesso tempo una stoccatina alla sua giovinezza intesa come inesperienza). Il problema, secondo me non è solo che un capo di stato non dovrebbe scherzare, ma più è che altro da ricercarsi nella ipersensibilità degli altri, che se la sono presa perchè questa sensibilità nasconde un razzismo di fondo.

Se berlusconi avesse detto che il neopresidente: "è bello, giovane e ha dei begl'occhi azzurri" sarebbe stato un problema? Sì, magari qualcuno avrebbe pensato che il nostro premier era passato all'altra sponda ma nessuno si sarebbe indignato. Va bene, probabilente, se fosse stato bianco, berlusconi non avrebbe fatto fatto una battuta sul suo aspetto fisico ma in effetti l'aspetto estetico di Obama lo ha aiutato enormemente nella lotta per la casa bianca.

Secondo me la battuta di berlusconi dimostra il modo in cui gli italiani si rapportano a chi è diverso. E' vero, sono (siamo) un popolo che a parole è molto razzista però, quando una persona diversa entra di diritto nella loro (nostra) vita, la questione razziale passa in secondo piano e l'accettazione è totale, così totale che si può persino scherzarci sopra.

Lo stesso non vale per gli americani e, apparentemente, per tutti gli altri popoli, che sono così sensibili alla questione razziale solo perchè, sotto sotto, sono molto razzisti.
Un po' come il nuovo papa, che per prima cosa ha lanciato una crociata contro gli omosessuali, proprio per nascondere la sua stessa (ovvia) omosessualità.

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