venerdì 12 dicembre 2008

UN PICCOLO PASSO VERSO LO SVILUPPO SOSTENIBILE


Sono orgoglioso di poter dire che un mio parente sta avendo un ruolo importante nel'introduzione (se non altro) di un nuovo rigoroso standard per definire quali prodotti cosmetici (shampi, creme per la pelle, schermi solari, ecc. ecc.) possano essere categorizzati (e pubblicizzati) come "organici" o "naturali" a livello europeo. A parte il risparmio per i produttori (che potranno far certificare il prodotto una volta sola per tutta l'UE e gli altri Paesi che sceglieranno di adottare lo standard) e la maggiore chiarezza per i consumatori, ciò che mi piace di questo sistema è che parla apertamente di chimica verde, sviluppo sostenibile, agriculture biologiche e che aiuta a promuoverne l'adozione e la crescita. Conoscendo mio zio, che è la persona che si occupa di introdurre lo standard europeo in Italia, sono certo che le intenzioni dei creatori del progetto (attivo da marzo 2009) sono assolutamente oneste, realistiche e che andranno a beneficio dela società in generale. Tanto più che il progetto non viene preso alla leggera ma prende in considerazione tutti gli aspetti più complessi e avanzati dei processi di produzione industriale, dalla petrolchimica alle nanotecnologie. Ho scritto per Panorama.it un breve articolo al riguardo. Spero che l'interesse che i prodotti biologici suscitano nel mondo della cosmesi sia un principio verso un sempre più forte interesse sociale verso tutte le tecnologie e i processi lavorativi ecosostenibili

COSMETICI NATURALI: ARRIVA LO STANDARD EUROPEO

Tutti ne parlano, molti ne vendono e sempre più consumatori li usano: creme, oli per la pelle, protezioni solari, shampoo e rossetti rigorosamente naturali. La società Organic Exchange stima in +15-20% annuo la crescita del settore, che oggi vale 9 miliardi di euro nel mondo (6 in Usa e 3 in Europa, soprattutto in Germania), a fronte di un misero -2 % della cosmetica ufficiale, confermato dalla propensione all’acquisto di aziende e piccole industrie bio da parte dei più grandi gruppi, in primis L’Oréal. Aziende e raccolti agricoli biologici certificati sono oggi una parte fondamentale nel marketing strategico di molti.

Come si fa a riconoscere un cosmetico biologico? Fino ad oggi esistevano solo gli standard nazionali: Ecocert in Francia, SOIL in Inghilterra, ICEA in Italia, BDIH in Germania e molti altri enti oltre ad associazioni di industrie (vedi il sito NaTrue, www.natrue.org, che raggruppa le principali aziende tedesche Aveda, Weleda, Logona ecc. specializzate nel naturale).

Ovvia la confusione per i produttori (che devono adeguare le formulazioni e moltiplicare i costi di certificazione) e le difficoltà di comprensione per chi desidera fare un acquisto biologico e naturale nei negozi europei. “In un cosmetico - basta leggerne la composizione obbligatoriamente stampata sulle confezioni - non c’è solo l’olio di mandorla bio”, spiega Riccardo Anouchinsky, responsabile italiano del nuovo standard per ICEA. “La chimica industriale vi entra dalla porta principale nei gel, nei prodotti emulsionati, negli schermi solari (la nanochimica) e in un’enormità di prodotti per capelli, unghie e pelle: il nuovo standard dovrà informare i consumatori in modo che loro stessi possano prendere decisioni informate e contribuire a uno sviluppo sostenibile”.

Il nuovo standard europeo armonizzato, Cosmos Standard (il sito sarà attivo a breve), è stato approvato da tutti i principali certificatori e produttori europei il 3 novembre ed entrerà in vigore a marzo 2009, dopo un lungo e non facile lavoro comune. L’applicazione dei principi della chimica verde è un requisito indispensabile per l’ottenimento della certificazione, mentre l’utilizzo della nanotecnologia viene severamente limitato, almeno fino a quando saranno disponibili informazioni più precise sui possibili effetti collaterali.

Anche colossi del biologico in USA e India hanno chiesto di potersi certificare secondo i nuovi rigorosi standard europei, che prevedono due livelli: biologico e naturale. Si richiede il rispetto di requisiti animalisti, ambientali e sociali con un linguaggio reso comune, che copre dalla definizione delle diverse categorie di ingredienti cosmetici ai calcoli per quantificare le diverse percentuali di bio, di naturale e di petrolchimica residua mai superiore al 5%. Per un prodotto cosmetico garantito e di qualità.

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